Rosa Gentile Psicologa

A Real Pain: un viaggio nel lutto e nella memoria familiare

A Real Pain parla del viaggio di due cugini, David e Benji, che si recano in Polonia dopo la morte della loro nonna, sopravvissuta all’Olocausto. Attraverso questo viaggio, i due si confrontano con la storia dolorosa della donna e con il proprio vissuto familiare, cercando di elaborare il lutto.
Benji, interpretato da Kieran Culkin, soffre di depressione, che Freud definisce come la difficoltà nell’elaborare la perdita dell’“oggetto amato”. David, interpretato da Jesse Eisenberg, decide di accompagnare suo cugino in questo percorso, che diventa un’esplorazione sia dei luoghi fisici che della memoria inconscia familiare.
Il film mette in luce il concetto psicoanalitico di trauma transgenerazionale, secondo cui ciò che non viene elaborato da una generazione viene trasmesso a quella successiva, come sostiene René Kaës. Attraverso questo viaggio, i due cugini cercano di dare un senso a un dolore antico e di ricomporre la propria identità, affrontando finalmente quel “buio indicibile” che la loro famiglia si porta dietro.

FolleMente

Il film FolleMente di Paolo Genovese esplora la complessità della mente umana e le diverse parti che la compongono. Viene spontaneo il paragone con Inside Out, dove le emozioni continuano ad essere protagoniste, anche se in questo caso vengono presentate in maniera più elaborata: infatti le esperienze si stratificano con la crescita e formano nuclei interiori che costituiscono l’identità nel suo insieme.
Si tratta di un vero e proprio processo di identificazione, ovvero come assorbiamo caratteristiche di figure di riferimento, creando un vero e proprio “teatro interno” popolato da diverse parti di noi stessi, spesso in conflitto tra loro. Questo può generare difficoltà nel prendere decisioni, poiché bisogni e desideri opposti spesso convivono nella mente.
Il film mostra come queste parti entrino in relazione tra loro e come l’incontro con gli altri possa sollecitare nuove dinamiche interiori. La domanda che viene suscitata da questo film è: che “teatro interno” può sollecitare un incontro?