Rosa Gentile Psicologa

Una crescita tra le contraddizioni

Adolescere deriva dal latino e significa proprio crescere, un adolescente è per definizione proprio chi sta transitando da un momento all’altro.
Il punto è che questo cambiamento non è senza difficoltà e porta con sé tutte le contraddizioni che lo sviluppo comporta. Non si è più bambini ormai, né tantomeno adulti.
È come se ci si muovesse su un terreno scivoloso in cui nulla è stabile ed i confini sono molto labili. In questa età di mezzo ci si può sentire facilmente smarriti perché si perdono momentaneamente quelli che erano i fondamentali punti di riferimento di un tempo, intanto che se ne individuano di nuovi. Punti di riferimento più idonei per questi nuovi bisogni emergenti.

L’adolescenza come fase di transizione

Questa terra di mezzo tra un mondo e l’altro è un raccordo necessario, sosteneva Bruner, per unire bambini ed adulti. È come se si dovesse inventare un nuovo linguaggio per accedere al mondo adulto, un linguaggio che prende la forma del tempo storico che si vive (infatti l’adolescenza è strettamente connessa agli aspetti culturali della società in cui si vive; ogni periodo storico detta i suoi tempi di crescita).

Alla ricerca della propria identità

In questa trasformazione si assiste ad un vero e proprio scombussolamento identitario, in cui si abbandonano le vecchie modalità infantili per fare spazio a nuovi spazi per sé.
Innanzitutto il proprio contesto familiare di riferimento viene disinvestito, l’adolescente ricercherà al di fuori del proprio nucleo familiare stimoli: il gruppo di amici in primis occuperà uno spazio importante per comprendersi meglio e trovare nuovi modi di essere, affinare i propri gusti, definire nuovi confini identitari al di fuori dell’infanzia.
Adesso ci si può affermare con maggiore autonomia, anche se ciò spesso comporta la negoziazione di nuove regole con i propri genitori, negoziazione che spesso e volentieri è caratterizzata da conflitti ed incomprensioni.

Un processo che include anche i genitori

Se da un lato vi è uno spaesamento da parte dell’adolescente, dall’altro anche per un genitore può essere complesso riconoscere di non aver più a che fare con il proprio bambino, ma con qualcuno che non si conosce più. Qualcuno che chiede spazio e che contemporaneamente domanda di essere guidato in questa difficile transizione.

Il delicato equilibrio tra esplorazione ed appartenenza

Il processo tipico di questa età è proprio quello chiamato di “separazione-individuazione”, per poter comprendere chi sono devo necessariamente separarmi dal mio ambiente d’origine. Questo processo tuttavia non è lineare, da un lato l’adolescente ha necessità di contare sull’appoggio dei suoi genitori per avere la contezza dei suoi limiti, dall’altro ha bisogno di un suo spazio per non venire inglobato da una famiglia troppo presente. In questa età, come nell’età infantile d’altra parte, eccessive preoccupazioni possono rischiare di “bloccare” la crescita ed inibire l’adolescente nelle sue esplorazioni.

Cambiamenti fisici e psicologici

Ci sono diversi aspetti in evoluzione in questa fase, da quello biologico a quello psicologico. A partire dalla pubertà, passando per i cambiamenti neuroanatomici del cervello (ulteriore sviluppo della corteccia frontale e prefrontale, sviluppo connesso alle funzioni esecutive: ciò spiega anche il motivo per cui vi è una tendenza da parte dell’adolescente ad intellettualizzare e a riflettere!), vi sono profondi cambiamenti che coinvolgono il proprio corpo.
Il corpo non è soltanto “mera” biologia, il corpo è profondamente investito affettivamente; in adolescenza diventa espressione dei propri conflitti e delle proprie modalità relazionali. Conflitti che richiamano quelli dell’età infantile che in un certo senso viene rievocata.

Espressione di sé e costruzione dell’identità

Anche l’involucro che circonda il proprio corpo, la propria immagine riveste molta importanza, ed è a partire dalla cura di essa che si riesce a comunicare qualcosa della propria identità. Identità che spesso passa attraverso l’adesione a ideologie con molta fermezza, così come la frequentazione di luoghi e gruppi in cui ci si sente accomunati da un ideale comune.
Trovare spazi alternativi ai noti luoghi familiari permette all’adolescente di affrontare con meno angoscia l’abbandono della vita infantile e della (presunta) sicurezza che evoca…aiutandolo poco a poco a trovare il proprio posto nel mondo.